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Viaggi: Ilaria e Marco i nomadi digitali
dicembre 2017 ↓ scarica pdf archivio >>

Corriere Viaggi - 8 dicembre 2017

Articolo Corriere Viaggi

Fotogallery di Corriere.it

Una spesa di 24 euro al giorno, cinque mesi di viaggio e 22 mila chilometri percorsi. E’ questa la tabella di marcia che si sono imposti Ilaria e Marco lo scorso 11 luglio alla partenza da Milano. Un viaggio «lento e low cost» con Mosca come destinazione iniziale. Da lì è partita l’avventura di 8000 chilometri sui treni russi della Transmongolica, con uno stop nel deserto dei Gobi prima di toccare Pechino. E poi giù a Shangai per salire su una nave mercantile fino in Giappone. Ma anziché proseguire verso est sono tornati indietro in Nepal per un trekking solitario al campo base dell’Everest a quota 5.500. Il percorso è continuato sugli sgangherati bus e treni notturni da Varanasi fino alla punta dell’India. Adesso, in questo zigzagare attorno al globo sono a Bangkok. Sempre rispettando a persona il badget iniziale, con trasporti, vitto e alloggio inclusi.

Loro appartengono alla tribù dei «nomadi digitali». Giovani determinati che zaino in spalla hanno come obiettivo quello di viaggiare con soluzioni risparmiose. E per mantenersi lavorano strada facendo, sfruttando le potenzialità di Internet. Chi sono? Lei Ilaria Cazziol, milanese 26enne, prima della partenza era assunta con un contratto a progetto in una famosa agenzia di comunicazione come digital specialist. Lui Marco Mignano 28 anni marchigiano, programmatore freelance specializzato in app, videogiochi e realtà aumentata. Raccontano al Corriere: «pur amando il nostro lavoro ci affascinava l’idea del nomadismo digitale, con la possibilità grazie a computer e connessione internet di lavorare in mobilità da ogni parte del mondo». Detto fatto. Prima i due avventurosi sfogliano il web e verificano le possibilità di viaggiare risparmiando. Poi programmano l’avventura verso Oriente. Nello zaino smartphone e Pc, per mantenere vivo il network di lavoro dei loro clienti.

In tenda: «sulla Grande Muraglia, sotto le stelle»
Un ruolo importante nella decisione lo ha giocato Workaway. Un sito di work-exchange ovvero di scambio di lavoro volontario per vitto e alloggio in famiglia. «E’ un network globale dove si trovano migliaia di offerte - precisa Ilaria - dall’accudire animali, a lavori in fattorie organiche e attività con i bambini». Il workawayer (chi cerca lavoro) contatta online gli host (chi lo offre) e si accorda per il soggiorno, stabilendo ore di impegno e condizioni di mantenimento. Un’esperienza non solo volta al risparmio perché evita permanenze in hotel, ma valida dal punto umano per la condivisione di conoscenze e l’opportunità di venire a contatto con stili di vita del posto, www.workaway.info. Così il lavoro i due globetrotter 2.0 lo hanno trovato via Web, lungo la strada. Che cosa hanno fatto? Nel deserto dei Gobi aggregati a una famiglia di nomadi mongoli hanno accudito per una decina di giorni cavalli e capre, vivendo con loro nella yurta.

A Tokyo grazie alle conoscenze informatiche partecipano con altri giovani alla stesura di un progetto di turismo online. Mentre a Goa in India si occupano per una settimana di curare cani e gatti randagi in un campo hippies. Semplici le regole per risparmiare? «Viviamo come i locali evitando ristoranti per turisti per privilegiare lo street food - continua Marco - e poi niente taxi ma solo bus, dormiamo in ostelli e guest house, cercando il massimo comfort grazie a scelte oculate in fase di prenotazione». E poi l’idea vincente di portare la tenda li ha fatti risparmiare in tante occasioni, oltre a regalare ai due ragazzi emozioni uniche. Come dormire sulla Grande Muraglia cinese sotto le stelle. Lontano dalla ressa della folla.

Sul mercantile: «il viaggio lento tra Shanghai e Osaka»
Grande attenzione al risparmio per i mezzi di trasporto. Una voce che di solito incide non poco nei viaggi. I voli ad esempio li hanno prenotati in anticipo, scartando quelli diretti per optare su più scali. Così Milano Mosca con AirBaltic a fronte di 20 ore è costato solo 200 euro. Idem da Tokyo a Katmandu in Nepal, 24 ore 250 euro con AirAsia. Capitolo a parte treni e autobus, privilegiando tratte notturne e percorsi con più fermate si impiega più tempo, ma i costi scendono. E non poco.

Così l’intera Transmongolica per oltre 20 giorni di treno è costata 320 euro e l’autobus Katmandu Varanasi 20 euro per 24 ore di viaggio. Altra scelta di vacanza a basso costo è quella di imbarcarsi su una nave mercantile al posto dell’aereo. Lo hanno fatto tra Shanghai e Osaka, in 48 ore sono passati dalla Cina al Giappone con 160 euro, grazie allo sconto studenti. «Un’esperienza unica di viaggio lento - racconta Ilaria - fra i tramonti infuocati del mare della Cina e il tempo disponibile, utile quando si viaggia per una pausa di riflessione e poi l’opportunità di condividere la vita di bordo». Da non perdere il loro diario di viaggio, con tanti consigli e indicazioni. Una delle più utili, che si leggono nelle molte pagine, quella di: «una volta arrivati sul posto, per i tour evitare il più possibile gli intermediari». Basta informarsi bene su internet su quanto hanno fatto altri viaggiatori 2.0, secondo la regola aurea della sharing economy. Da non perdere poi la dettagliata descrizione del trekking al campo base dell’Everest. La lettura si fa tutta d’un fiato e vi farà percorrere i sentieri della “vetta del mondo” assieme a loro, www.viaggiosoloandata.it.

Ma antesignani di percorsi low cost furono negli anni’50 Valentino Rolando e Adriano Sada. Appassionati delle due ruote partirono da Torino e di chilometri ne fecero 28 mila. Circumnavigando il globo in oltre 24 mesi e 300 tappe da est a ovest. Ai tempi della posta e del telefono (col filo) vivevano dell’ospitalità della gente incontrata lungo la strada e lavoretti fatti day by day. Una storia entusiasmante raccontata nel libro «Due biciclette intorno al mondo» (Ediciclo editore, 20 euro). Ilaria e Marco dopo oltre mezzo secolo e con mezzi ben diversi li stanno emulando. I due nomadi digitali sono giovani coraggiosi, pieni di inventiva e voglia di fare. Alla faccia dei bambocci choosy (schizzinosi) tanto cari a un’ex ministra del Lavoro. Sono ragazzi che lottano e non si arrendono di fronte alle difficoltà. Nel Belpaese sono tanti come loro.

twitter @utorelli







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